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Non basta essere nativi digitali

Usare il computer, avere uno smartphone e chattare sui social: spesso i nativi digitali vengono descritti così, pensando che questo basti a fare dei Millenials i candidati perfetti per sviluppare una tecnologia digitale o avviare una start-up innovativa.

A sfatare il mito arriva oggi la ricerca “Il futuro è oggi: sei pronto?” condotta da University2Business ( qui), il progetto di Digital360 nato dalla collaborazione di un gruppo di docenti universitari e professionisti del digitale. Lo studio ha coinvolto oltre 2.000 studenti universitari con l’obiettivo di analizzare la preparazione sui temi dell’innovazione e la loro propensione all’imprenditorialità.

Se la larga maggioranza degli intervistati utilizza abitualmente Internet e i social media, solo uno su cinque ha esperienza in progetti internet, esclusivamente per fini personali. Il 70% di chi gestisce un blog, una pagina Facebook e o un canale YouTube ammette di avere risultati modesti in termini di audience e traffico.

Appaiono molto frammentarie le conoscenze teoriche su concetti chiave della digital transformation come il cloud, i big data, il mobile advertising: in media, solo uno studente su quattro sa darne la definizione giusta. Oltre il 30% degli universitari ha capito l’importanza dello sviluppo software per trovare lavoro nel mercato digitale: il 10% sa già sviluppare e oltre il 20% sta imparando a farlo.

Sebbene quasi la metà di chi già sviluppa lo faccia solo per divertimento, è interessante notare che molti vorrebbero approfondire la conoscenza delle tecniche di coding per realizzare un’idea di business. Gli studenti ritengono le competenze più promettenti siano quelle relative allo sviluppo di siti web, videogame e mobile app. Il linguaggio di programmazione più conosciuto è Java (58% degli intervistati), seguito da HTML (42%) e SQL (21%), mentre sul versante mobile le piattaforme più utilizzate sono Android (45%) e iOS (34%).

La ricerca fotografa un forte desiderio di autoimprenditorialità: auasi il 40% degli studenti dichiara di avere un progetto in testa e, di questi, il 20% ha già avviato un’attività o sta cercando di farlo.

“La maggioranza degli studenti – ha spiegato Andrea Rangone, amministratore delegato di Digital360 a Il Sole 24 Ore (qui) – si affaccia ancora al mondo del lavoro con una scarsa conoscenza della trasformazione digitale in atto nell’economia, con un approccio passivo al mondo digitale e con una scarsa sensibilità imprenditoriale”.

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